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Ritorno: riflessioni e osservazioni varie

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Eccomi di ritorno dopo una lunga ed intensa estate europea.

 

Un’estate ricca e calda, fatta di mare e interessanti paesaggi ma soprattutto dell’amore e dell’amicizia di coloro che, nonostante la distanza, rimangono un punto fermo nella mia vita affettiva.

Il ritorno che, come sempre, ha un sapore dolce e amaro e mi incoraggia a guardarmi indietro con malinconia ma anche ad osservare il mio presente con occhio più attento e consapevole.

Il ritorno che, nella vita di noi immigrati, ha due facce: la gioia del ritrovare e il dolore del lasciare.

E allora mi abbandono a una breve riflessione post vacanza italiana, durante la quale ho osservato con attenzione ed interesse quei dettagli che si notano solo dopo un periodo d’assenza.

Vallecrosia, per chi non la conoscesse, è una cittadina senza infamia e senza lode della riviera ligure di Ponente ed è anche il luogo in cui ho trascorso la mia infanzia ed adolescenza.

Passeggiando per le strade mi ritrovo inevitabilmente a tornare ragazzina, con tutti i dubbi e le incertezze di quei difficili anni adolescenziali. Ma con la consapevolezza e la sicurezza di ora, le mie passeggiate si arricchiscono di particolari che mi fanno sorridere e provare un calore nuovo e rassicurante.

I discorsi in dialetto che ascolto per strada. Una lingua diversa che capisco perfettamente nonostante non possa parlarla, è un immediato ritorno alle origini. Una specie di macchina del tempo che mi fa tornare bambina, a casa di mia nonna, con le sue storie e il suo riso al latte per cena.

I vecchietti abbronzati che sanno di salute e vita all’aria aperta. Vestiti con cura, camminano sul lungomare e si fermano a chiacchierare sulle panchine o semplicemente osservano il mondo che passa, in un silenzio praticato, fatto di sguardi complici e leggeri assensi.

Sono una passante familiare ed estranea, mi guardano con diffidenza ma con un certo interesse perché ho un qualcosa di conosciuto. “Ma chi è? Mi ricorda qualcuno?” mi sembra quasi di leggere nei loro sguardi curiosi.

Negli ultimi anni anche Vallecrosia si è aperta al resto del mondo. Negozi cinesi che offrono orli per pochi euro, mamme con visi esotici e vestiti colorati che spingono i bimbi sui passeggini conversando nella loro lingua, giovani commessi asiatici che parlano in un italiano senza accento. Una Vallecrosia che, a suo malgrado, cambia e accoglie, diventa multiculturale, come il resto d’Italia.

I bar di paese sono pieni di gente. Nonostante lo stress, l’ansia e la rabbia che mi capita di percepire in giro, guardo con interesse persone di tutte le età, completamente rilassate e tranquille di fronte a un caffè, una birra, un gelato. I bar sono un angolo di pace e serenità in un’Italia che soffre e anch’io non sono immune al loro fascino discreto. Ogni occasione è buona per sedermi a chiacchierare davanti al mio preferito: caffè shakerato, il simbolo della mia estate!

Purtroppo ci sono anche quei lati oscuri, che vorrei evitare per portare con me solo cose belle, ma, nonostante tutto, è importante rimanere realistici, sempre e comunque!

Sono sulla spiaggia. Una spiaggia piena di nonni e bambini, una immagine che scalda il cuore ma il mio orecchio attento ascolta anche quando non dovrebbe. Si parla di colui che sta salvando l’Italia, di colui che, con la sua bacchetta magica piena di veleno, riuscirà a riportare l’Italia agli italiani e tutti i nostri problemi saranno risolti.

Sono un gruppo di nonni in acqua, circondati dai loro nipoti, il futuro dell’Italia. Sono un gruppo di nonni che hanno la fortuna di passare l’estate in riviera. Dovrei alzarmi, avvicinarmi, introdurmi nei loro discorsi, dare la mia versione dei fatti. Mi rendo conto che stare zitta è essere complice. Ma codardamente non faccio nulla e rimango a godermi gli  ultimi giorni di mare, amareggiata e delusa di me stessa, soprattutto.

La mia estate italiana è finita. Il freddo di agosto mi accoglie a Melbourne, insieme agli abbracci delle mie bimbe che sono rimaste qui perché nonostante mi ostini a definirle “le mie bimbe“, sono giovani donne indipendenti!

Oltre alla dolcezza di questi abbracci, mi avvolgo nella piacevole sensazione di essere tornata in un paese dove il rispetto è importante, dove le regole sono seguite a vantaggio della comunità, dove nessuno riempie il suo bicchiere prima di riempire quello degli altri!

Uno dei vantaggi di vivere all’estero è che posso continuare ad apprezzare questi particolari, da una parte e dall’altra 🙂 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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