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Ritiro in Toscana

ritiro di donne

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L’idea di un ritiro di donne in Toscana ha qualcosa di magico.

Immaginate otto donne, con le loro storie ed esperienze, le loro forze e debolezze, il loro presente e  passato, unite nelle verdi colline intorno a Volterra, in una casina di pietra.

È l’immagine che mi è apparsa quando Claudia ed io abbiamo cominciato a parlare di questa possibilità, di questo progetto forse un po’ ambizioso, di questo esperimento da portare avanti nonostante gli ostacoli che avremmo trovato lungo il cammino.

Un ritiro di donne espatriate, provenienti da paesi diversi, unite per un weekend in Toscana!

Ci sono stati mesi di chiacchiere su Skype, comunicazioni regolari Jakarta-Melbourne, durante le quali, tra risate, sfoghi e qualche pettegolezzo abbiamo stabilito la struttura. Poi è arrivato il nostro incontro a Milano, io ancora un po’ jet-lagged e stralunata, lei in preda alle emozioni per la visita dei suoi ragazzi. Un abbraccio sul marciapiede e poi si parte: casina…arriviamo!

Il nostro primo road trip e ammetto che ci siamo sentite un po’ Thelma e Louise, attraversando la Pianura Padana, senza smettere un attimo di parlare, consolidando il nostro legame e la nostra complicità.

Giorni di figli e genitori, api e uccellini, broccoli e formaggi locali fino ad arrivare a venerdì 1 giugno: l’arrivo delle sei donne partecipanti, l’inizio del ritiro!

Le dinamiche tra di noi erano varie, amicizia, conoscenza virtuale, relazione professionale. Alcune fanno parte da anni del nostro gruppo di supporto online e hanno condiviso momenti delicati e difficili, sviluppando un rapporto intenso, seppure solo attraverso uno schermo. Altre ci conoscevano per il nostro lavoro, avendo seguito corsi con Claudia o un percorso di counselling con me.

Nella casina le dinamiche si sono evolute, a seconda della situazione, creando un’atmosfera di completa armonia e facendo sì che ogni aspetto del ritiro avesse la sua importanza, il suo significato e raggiungesse il suo obbiettivo.

Dopo gli abbracci, il brindisi e le chiacchiere di venerdì sera, ci siamo ritirate nelle nostre camere per ritrovarci alla mattina del sabato pronte per cominciare a lavorare.

La natura intorno a noi ha facilitato l’inizio della giornata, offrendoci suoni e silenzi, brezze delicate e leggere a cui abbandonarci. Un attimo tutto per noi durante il quale assaporare la pace e la calma intorno. Un momento da dedicare al nostro presente, per ascoltare noi stesse e l’ambiente; un ascolto profondo, dentro e fuori.

Da qui ci siamo spostate tra le mura di pietra, accoglienti e protettive, un rifugio sicuro in cui cominciare il nostro percorso di condivisione e consapevolezza.

Dimostrandomi una grande fiducia, le sette meravigliose donne mi hanno seguita, spostando l’attenzione dai pensieri che affollano la nostra mente, pieni di giudizi, consigli, storie a quello che sentiamo dentro, alle emozioni. Esplorando in profondità quelle sensazioni che a volte non hanno un nome, quei pesi che ci bloccano ma che spesso non vogliamo o non possiamo identificare.

Ci sono stati silenzi e lacrime, ma non ho sentito disagio, solo tanta connessione e supporto.

Per alcune delle partecipanti si trattava di un’esperienza del tutto nuova. Nella nostra quotidianità non sempre abbiamo il tempo, o il desiderio, di fermarci e guardare più a fondo.

Questa è una delle esperienze, raccontata in modo molto accurato da una delle partecipanti:

Premetto che non ero assolutamente a mio agio prima di iniziare la terapia di gruppo. Mi ero prefissa di parlare il meno possibile e di ascoltare. Invece Barbara, con i suoi modi garbati, mostrando sincero interesse, facendo le giuste domande e con gentile insistenza, quasi prendendomi per mano, mi ha fatto parlare tanto e mettere a nudo delle problematiche alle quale per ora non avevo saputo dare un nome. 

Le due sessioni di terapia di gruppo sono state intense ma, per me, estremamente appaganti. Ne sono uscita arricchita e ho avuto conferma, ancora una volta, di quanto sia privilegiata nel fare un lavoro che amo profondamente.

Ma il ritiro non è stato solamente un guardarsi dentro. Grazie alle sessioni di comunicazione interculturale di Claudia, abbiamo avuto anche l’opportunità di guardarci intorno, di esplorare noi stesse in un contesto più ampio, di relazione con altri valori, culture e dinamiche.

Mi ritrovo molto nelle parole di una delle partecipanti:

Anche se penso di essere molto attenta ed aperta alla comunicazione interculturale, fa sicuramente bene avere particolare attenzione alle tecniche e riflettere sul proprio comportamento nelle varie situazioni di incontri interculturali.

Il ritiro si è concluso con uno scambio di riflessioni, sedute in cerchio sotto gli alberi, ancora sostenute da quella natura che ci ha accolto con benevolenza, regalandoci tiepide giornate di sole e serate calme e miti.

Sono orgogliosa di far parte di questo gruppo di donne, di questa rete forte e stabile che siamo riuscite a creare con le nostre storie, dimostrando ancora una volta che insieme si cresce meglio!

 

 

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