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sfide in espatrio

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L’ispirazione per questo post mi è venuta da una recente chiacchierata durante la quale ho fatto un passo indietro per rivedere le sfide che ho affrontato, e continuo ad affrontare, e che penso siano comuni a molti di noi.

  • Gestire i rapporti con la famiglia di origine

Le relazioni a distanza non sono mai facili e richiedono una cura particolare perché possano funzionare. Quando si tratta di relazione con la famiglia entrano in gioco altre dinamiche che potenzialmente possono danneggiare gli equilibri.

Aspettative, risentimenti, questioni irrisolte in alcuni casi vengono ad alimentare la distanza rendendola  non solo fisica, ma anche emotiva.

Terreno fertile per i sensi di colpa, che hanno modo di proliferare indisturbati, creando un forte senso di sconforto e ansia.

  • Solitudine e isolamento 

Lasciare il familiare per l’ignoto vuol dire ricominciare e immergersi nelle novità che ci circondano; vuol dire cambiamento e crescita, avventura e scoperta.

Vuol dire trovare il proprio posto, creare una rete che possa sostenerci in questa avventura, cercare qualcuno che possa condividere le nostre gioie e dolori e arricchire le nostre giornate.

Ma per questo ci vuole tempo ed energia, risorse preziose da gestire con parsimonia in momenti di cambiamento.

  • Lingua e differenze culturali 

Nonostante il mio inglese non fosse male, sentirmi “diversa”, avere un accento e non essere in grado di sentirmi capita a fondo (anche da un punto di vista culturale e sociale) ha aumentato il mio senso di isolamento.

Ora mi rendo conto che avevo perso sicurezza in me stessa e di conseguenza mettevo in discussione anche la mia capacità di comunicare in maniera adeguata.

La diversità che tanto avevo apprezzato, era diventata un ostacolo che mi sembrava insuperabile. Volevo sparire nella folla, essere come tutti gli altri, “appartenere“.  

  • Ansia

“Cosa faccio se i miei genitori si ammalano? Mi sento sola. Come posso affrontare questo nuovo lavoro?  Mi sento inutile. Dove troverò mai degli amici? Non ce la posso fare. Tornare o restare? Nessuno mi capisce…”

Con questo vortice di pensieri nella mente sfido chiunque a non essere sopraffatto dal panico!

Ansia, paura, stress sono effetti collaterali dell’espatrio, imparare a gestirli è un lavoro continuo, arduo e doloroso ma che da grandi soddisfazioni.

Le sfide dell’espatrio fanno parte della nostra scelta e, secondo me, per affrontarle dobbiamo innanzi tutto non essere troppo severi con noi stessi, riconoscere le nostre debolezze e accettare quegli aspetti dell’espatrio che non possiamo cambiare.

Nel mio caso so che sono e resterò diversa, con il mio accento e il mio bisogno di giacchetta sempre appresso, perché non si sa mai 😉

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8 Comments

  1. Paolo Grasso ha detto:

    Buongiorno, interessante il tuo articolo, abito in Brasile dal 94 e ne ho passate di tutti i colori, belle e brutte, come diceva Tom Jobim, il Brasile non è un paese per principiante, ma tornando al tuo articolo ho pensato che per una donna forse è ancora più difficile, non so.

    • BarbaraA. ha detto:

      Grazie per la visita e il commento, Paolo.
      Non penso sia necessariamente più difficile, ma forse alcune delle sfide sono diverse e uomini e donne hanno, in certi casi, approcci differenti nell’affrontarle 🙂

      • Elias ha detto:

        Ciao Barbara , ho provato le tue stesse paranoie ansia e pensieri. Insicurezza andando in Belgio sensi di colpa !! Penso che la cosa sia più un fatto di abitudine diversita. Il clima anche. Ricordo che un amica psicologa mi disse cerca di pensare ad altro in quei momenti di ansia !! Ma col cavolo che mi passava comunque bella storia

        • BarbaraA. ha detto:

          Grazie per aver condiviso la tua esperienza, Elias. Sono d’accordo, pensare ad altro è molto difficile, io preferisco riconoscere i pensieri che mi causano l’ansia e, quando possibile, cercare di capire da dove vengono in modo da poterli elaborare e comprendere.

  2. Giorgia ha detto:

    Mi rivedo in ogni riga di questo articolo, da circa un anno e mezzo mi sono trasferita in Spagna per seguire il mio compagno pensando che lo spagnolo fosse facile, che avrei trovato lavoro facilmente e di essere una ragazza forte che si adatta facilmente alle nuove situazioni. Eppure dopo un anno e mezzo mi sembra che tutto stia precipitando e mi rendo conto di trovarmi in un circolo di ansie da cui non riesco ad uscire mi è successo di avere attacchi d’ansia solo mettendo il piede fuori casa. Ho provato a cercare il libro suggerito ma non ho trovato risultati in Italiano. Sto cercando di vederla come una sfida personale, per crescere e capire chi sono davvero anche se non è facile per niente ma sapere che non sono l’unica che sta vivendo o ha vissuto queste mie stesse turbe mi rincuora.

    • BarbaraA. ha detto:

      Cara Giorgia,
      grazie per la condivisione. A volte scrivere i nostri pensieri può aiutare ad alleggerire la mente e spero che raccontare un po’ della tua esperienza ti sia stato d’aiuto.
      Quello che provi è assolutamente normale. Purtroppo è facile trovarsi in vortici di pensieri che vanno ad alimentare le nostre ansie. Fare una pausa, tornare nel corpo, riconoscere i pensieri come tali sono strumenti che possiamo usare per superare questi “cicloni”. Come buttare l’ancora durante una tempesta. La tempesta continua, ma con la barca saldamente ancorata possiamo affrontarla meglio.
      Immagino tu ti riferisca al libro sugli attacchi di panico che purtroppo non è stato tradotto in italiano.
      Ti invito a contattarmi se vuoi fare una chiacchierata e vedere se posso esserti d’aiuto 🙂

  3. Maria P. ha detto:

    Cara Barbara,
    Sono negli Stati Uniti da 3 anni per seguire mio marito nel suo lavoro.
    E’ stata dura e ancora oggi sono in difficoltà nonostante le giornate super impegnate con i miei figli. Il senso di solitudine non mi ha mai abbandonato. La verità? E’ un’esperienza che mi sta arricchendo sotto vari punti di vista ma non la rifarei mai. La lontananza dai miei luoghi sicuri ha minato la mia serenità.

    • BarbaraA. ha detto:

      Cara Maria, grazie per il tuo commento. Penso sia molto importante continuare a chiederci cos’è davvero importante per noi. Sembra scontato ma in realtà non è così facile avere questa consapevolezza. Mi sembra che tu ci abbia pensato ed abbia trovato la risposta, la vicinanza ai tuoi “luoghi sicuri” è importante 🙂 Allo stesso tempo hai scelto di provare una nuova direzione per un po’ e mi sembra di capire che sia, tutto sommato, un’esperienza arricchente. Ti faccio tanti auguri e spero tu possa continuare a vivere questa avventura al meglio, in attesa di tornare a casa <3

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