Poi ci fu quel primo attacco. Ero sul treno diretta al lavoro e la testa ha cominciato a girare, il cuore a palpitare, le mani a sudare…all’improvviso una mattina cominciata come tutte le altre si stava trasformando in un incubo. Fortunatamente il treno stava entrando nella mia stazione, cercai di raggruppare tutte le forze e il controllo e mi avviai all’uscita, pensando che la mia ora doveva essere arrivata, probabilmente un tumore al cervello o un ictus, la fine.
La diagnosi fu rapida e inaspettata: attacchi di panico. Ma ancora più inaspettata fu la causa che, dopo una breve chiacchierata, il dottore affermò essere il mio imminente trasferimento in Australia, un cambiamento può provocare ansietà e attacchi di panico.
Inizialmente ignorai e accantonai questo episodio in un angolo del mio bagaglio, sperando di eliminarlo durante il viaggio.
Ovviamente mi sbagliavo e i primi anni della mia vita a Melbourne furono tappezzati da attacchi più o meno forti, in momenti più o meno opportuni e contribuirono a rendere quel periodo molto difficile.
Gli attacchi di panico sono uno dei più comuni disturbi d’ansia, possono colpire chiunque, all’improvviso e in maniera più o meno debilitante. Nel mio caso sono stati il classico fulmine a ciel sereno, pensavo di essere forte, di essere abituata a vivere all’estero, di essere un’intrepida viaggiatrice, indipendente e sicura. Ma allora, perché?
Nel libro Living with IT, Bev Aisbett offre una lista di ingredienti, una ricetta per “l’attacco di panico” e in questa lista posso riconoscere tanti degli ostacoli passati e presenti della mia vita in espatrio.
I risultati possono essere diversi, perché ognuno di noi ha le sue dosi, ma mischiando questi “ingredienti” sarà difficile vivere una vita soddisfacente e appagante!
Ricordo il sollievo provato leggendo la prima volta Living with it, fino ad allora pensavo di essere l’unica a provare quelle strane sensazioni di disagio che boicottavano la mia felicità. Riconoscere ed accettare quello che mi stava succedendo mi ha aiutato ad affrontare ed infine a superare alcune delle mie ansie.
Spero che chi, leggendo questo post, senta di riconoscersi nelle mie parole possa provare lo stesso sollievo.
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