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Mindfulness, per me

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Si parla spesso di “Mindfulness“; parlo e scrivo spesso di “Mindfulness“.

Sicuramente la mindfulness va molto di moda, da una parte all’altra del globo.

Sette anni fa, fulmine a ciel sereno, mi è stato diagnosticato un tumore al seno.

Momenti di panico e poi l’accettazione: questa è la vita e può succedere anche a me.

Fino a quel giorno avevo sempre lasciato che la mia mente si affollasse con mille pensieri, mille piani, mille ricordi, belli e brutti. Un groviglio di passato e futuro. Pensavo di essere fatta così, una pensatrice folle, come tanti di noi.

Ma di colpo i pensieri negativi non erano più preoccupazioni campate in aria, senza fondamento nella realtà. Di colpo non ero più semplicemente ipocondriaca, ma dentro di me c’era davvero qualcosa che avrebbe potuto trasformarsi in un problema serio, vero, tangibile.

Avrebbe potuto, ma anche no.

Era totalmente fuori dal mio controllo.

Tutto quello che avevo era il momento, il qui ed ora, il mio presente.

Mindfulness, consapevolezza, prestare attenzione all’attimo, con intenzione, senza giudizio, accettando quello che è.

Era primavera e, andando al lavoro, tra una sessione di radioterapia e l’altra, ho cominciato a guardare i fiori nei giardini, ad osservare il blu del cielo, ad ascoltare i suoni intorno a me.

La malattia è passata, ma mi ha lasciato questo dono, questo nuovo modo di vedere le cose, di vivere.

Mindfulness, per me, comincia con il caffè del mattino.

Mi piace alzarmi presto e sedermi sul mio divano rosso e, solo per qualche minuto, sentire il calore della tazza tra le mani e quel sapore in bocca, familiare, amarognolo, che sa di risveglio.

Non è nulla di troppo impegnativo e ci tengo a sottolineare che è “solo per qualche minuto”!

Questo breve momento di pausa prima di cominciare la giornata mi aiuta a calmare la mente che, se lasciata andare agli stimoli di emails e notizie varie, sarebbe già in subbuglio di primo mattino 🙂

Durante la giornata cerco di crearmi momenti di consapevolezza, di prestare attenzione alle piccole cose, alle azioni che spesso faccio senza rendermi conto.

Lavarmi le mani, per esempio, diventa un esercizio di mindfulness, un’occasione per prendere una pausa e lasciare che la mia mente si liberi e sia totalmente nel presente.

Osservo la sensazione dell’acqua sulla pelle, calda o fredda, il modo in cui scivola giù dalle mani, la schiuma del sapone, il profumo che emana, la ruvidità dell’asciugamano…pochi secondi di presenza totale.

Ma a cosa mi serve? Perché spreco momenti preziosi ad osservare cose così banali e improduttive?

Creare piccoli momenti di mindfulness, consapevolezza, osservazione cosciente nella mia giornata, mi aiuta a calmare la mente, a concentrarmi sul presente, apprezzando il momento, osservando nel dettaglio quello che sto facendo.

È come premere il pulsante “pausa”, per pochi secondi, e poi ripartire.

È riuscire a vedere più chiaramente, affrontare la mia quotidianità con una maggiore serenità e  accettare la mia realtà con più leggerezza, nel bene e nel male.

Mindfulness, per me, funziona!

 

 

 

 

 

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