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La paura, una maestra inaspettata

paura

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“Stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso”.

Questa é la definizione che il dizionario Treccani da della PAURA.

Mi rendo conto di avere poca esperienza con la paura. Nella mia posizione privilegiata sono state poche le occasioni in cui ho sentito la mia sicurezza, o quella dei miei cari, minacciata.

Ricordo la paura dopo la mia diagnosi, intensa e profonda, ma dopo il primo momento di smarrimento ho preso il controllo, c’era tanto che potevo fare.

Ma questa volta non ho controllo e la paura sembra allargarsi fino a perdere i contorni. Non ho paura per me, ma per il mondo intorno a me. Paura per i miei genitori, per chi è debole e vulnerabile, per quelle persone e paesi che non hanno le risorse necessarie, per l’economia globale.

Le notizie non sono buone. O meglio non sono come vorrei.

Melbourne è di nuovo in lockdown, voli in Europa vengono continuamente cancellati mentre nuovi focolai emergono un po’ ovunque. Il momento di riabbracciare le mie figlie sembra allontanarsi, tornare in Australia a volte appare impossibile.

Il virus è onnipresente e sembra impregnare tutto ciò che mi circonda, alimentando la mia paura con costanza ed entusiasmo. Come tutte le paure che si rispettino, poco importa che il pericolo sia reale o immaginario, mi pare che per il momento sia qui per restare.

E allora che fare?

La mia prima reazione è cercare distrazioni, ignorare questo stato emotivo scomodo e spiacevole.

Funziona?

Inizialmente si.

Immersa in una nuova serie Netflix mi capita di dimenticare che siamo nel mezzo di una pandemia.

Ma poi mi dico: questa emozione che provo così intensamente per la prima volta, potrà pure insegnarmi qualcosa?

Innanzi tutto posso imparare a prendere confidenza con la paura, a riconoscerla con il suo vero volto, e a capire che quando è reale può aiutarmi a gestire meglio una situazione. 

Sono diventata più cauta, più attenta a ciò che mi circonda e, se in un primo momento può sembrare che questa nuova cautela sia un ostacolo, trovo che invece stia facilitando il mio desiderio di essere nel presente.

Pur rimanendo impulsiva, mi fermo ad osservare le conseguenze della mia impulsività, su me stessa e sul mondo che mi circonda.

Riconoscere questa paura mi aiuta ad essere più aperta verso gli altri, a sentire la loro sofferenza, a sviluppare un’empatia più profonda e a capire meglio quello che provano.

Infine mi aiuta ad essere più gentile con me stessa, riconoscendo che questa paura è legittima e provarla non mi rende vittima debole e indifesa. Al contrario, mi permette di trovare nuove risorse e nuovi modi per restare in controllo.

La paura è una maestra inconsueta e inaspettata, ma ascoltare i suoi insegnamenti mi aiuta a continuare a vivere la mia vita secondo i miei valori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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