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E quando il presente non mi piace?

presente

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Ebbene si, ve lo confesso, a volte il mio presente non mi piace e mi capita di scappare e abbandonarmi ai pensieri che mi proiettano nell’eccitante futuro o nel rassicurante passato.

Oppure, come oggi, qualcosa va storto e mi ritrovo intrappolata in pensieri sabotatori, che mi portano lontana da dove voglio essere, dai miei valori e da cos’è importante.

Questa mattina mi sono alzata presto per una sessione mattutina.

Adoro cominciare le mie giornate lavorando e svegliarmi all’alba non mi pesa affatto, tutt’altro, mi sento piena di un’energia che poi mi sostiene per tutta la giornata.

Lavorare online mi lascia totalmente in balia di internet; se internet non funziona perfettamente la sessione e il lavoro che faccio con i miei clienti ne risente.

Ho accettato che non ho controllo su questo aspetto del mio lavoro e fortunatamente non ho mai avuto problemi tanto gravi da dover cancellare una sessione.

Mi sono alzata con calma, concedendomi il tempo necessario per cominciare la giornata, per assaporare il mio caffè, per liberare la mia mente da pregiudizi e preconcetti e lasciare andare i piani per il resto della giornata.

Ed eccomi pronta davanti allo schermo.

Ho capito che qualcosa non andava quando, inviando un messaggio iniziale su Skype, ho realizzato che la mia cliente non lo aveva ricevuto.

La mia reazione iniziale è stata di allontanarmi dal presente, la mia mente ha cominciato a sparare a raffica e a catapultarmi in un vortice di pensieri negativi:

“Non funziona internet”

“Non potrai fare la sessione”

“La tua cliente penserà che non sei professionale”

“Che figuraccia”

Dopo pochi minuti questo primo ostacolo è stato superato, la connessione è avvenuta, la sessione è cominciata, la mente si è calmata, sono tornata nel mio studio, davanti allo schermo, pronta all’ascolto incondizionato.

Il sollievo è durato poco perché ben presto è diventato apparente che il problema di connessione restava e diventava davvero difficile per entrambi procedere con il nostro lavoro.

A questo punto avevo due scelte: accettare la situazione che, al momento, non potevo cambiare o cercare affannosamente di salvare il salvabile e uscire al più presto da questa situazione disastrosa.

Ovviamente ho scelto la seconda.

Ho lasciato il presente, e nonostante cercassi di mantenere la calma, visto che ero pur sempre io quella che doveva essere in controllo, ho perso la connessione con me stessa, con il momento, con quello che era importante e alla fine…abbiamo dovuto sospendere la sessione.

Dopo aver passato qualche ora a bastonarmi, autocommiserarmi, giudicarmi sono finalmente riuscita a fermarmi un attimo e a riflettere.

Cosa potevo imparare da questa esperienza? 

Innanzi tutto che non posso controllare tutto e che nonostante sia un’ottima counsellor, sono una pessima tecnica IT. E questo va bene, non si può essere perfetti in ogni cosa 😉

Che quando si cade nelle sabbie mobili, o nel mio caso nel vuoto della senza rete, è meglio non agitarsi, ma semplicemente abbandonarsi per restare a galla.

E infine che il presente non deve piacere a tutti i costi, che a volte rifugiarsi nei ricordi o lasciarsi travolgere da pensieri distruttivi è semplicemente l’unica cosa che siamo in grado di fare.

L’importante è esserne consapevoli e fare in modo di continuare a crescere e ad imparare a conoscere noi stessi, nel bene e nel male 🙂

 

 

 

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