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counselling su skype

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La mia scelta di offrire un servizio di counseling su Skype è stata all’inizio puramente opportunistica.

Avere la possibilità di fare il lavoro che amo e tornare in Italia regolarmente, senza per questo dover interrompere la mia attività, era indubbiamente la situazione ottimale per me, ma lo sarebbe stata anche per i miei clienti?

Nei miei anni di studio l’enfasi è sempre stata sull’importanza di creare una connessione profonda con il cliente, sul valore della relazione come strumento terapeutico e di conseguenza avere tutti gli ingredienti per alimentare questa relazione anche su Skype era, e continua ad essere, la mia priorità.

Posso offrire genuinità, empatia e la mia presenza incondizionata attraverso un percorso terapeutico online?

Vivere all’estero mi ha insegnato a mantenere le mie relazioni a distanza e a cogliere con entusiasmo ogni innovazione nel campo della comunicazione. Il passaggio da lettera a email e da email a Skype è stato parte integrante del mio espatrio e ho mantenuto solidi e profondi rapporti con le persone care, in ogni angolo di mondo.

Questo mi ha confermato che posso dare il meglio di me anche attraverso uno schermo; unendo alle mie capacità professionali, la mia esperienza personale mi impegno a creare l’atmosfera di fiducia e sicurezza indispensabile perché il cliente possa aprirsi e raccontarsi.

Dopo due anni di esperienza con sessioni su Skype, confermo con grande soddisfazione che la relazione che si forma attraverso lo schermo è altrettanto efficace, dal punto di vista terapeutico, di quella che si crea durante le sessioni nel mio studio.

Mi capita spesso di sentire quel filo forte e sottile che mi unisce al cliente dall’altra parte del mondo, quel riconoscimento che viene dal sentirsi capiti ed ascoltati a fondo e quella profonda connessione che provo quando ho il privilegio di ricevere il dono di una storia, di un momento difficile, di un’esperienza.

Una volta chiarito questo dubbio la mia sicurezza è cresciuta e ho cominciato a scoprire altri vantaggi di un percorso terapeutico online, sia per me che per i miei clienti.

Un cliente mi ha confessato di sentirsi più a suo agio davanti ad uno schermo e proprio per questo ha trovato il coraggio a rivolgersi a me. Chiedere aiuto non è mai facile e in alcuni casi la distanza fisica può  diventare uno strumento di sicurezza che facilita l’apertura.

Una cliente che vive in espatrio da anni mi ha suggerito un altro vantaggio. Spesso le comunità expat sono molto piccole e chiuse, chiedere aiuto ad un professionista in un altro Paese può offrire anonimato e garantire la privacy.

E infine c’è l’evidente vantaggio di avere l’opportunità di lavorare nella mia lingua ogni giorno, di poter ascoltare e sentirsi ascoltati più a fondo e di creare un’intimità che va al di la delle parole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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