Accettare non vuol dire subire
Dicembre 12, 2017Di buoni propositi e riflessioni sull’anno passato
Gennaio 2, 2018Perché è quasi Natale ho pensato di buttare giù qualche pensiero sul tema.
Non ho mai scritto un post sul Natale, ma perché no, mi sono detta.
Dopo tutto passo i miei giorni a riflettere su ogni aspetto di questo insolito periodo dell’anno; dalle stonature del Natale al caldo, all’evoluzione del nostro Natale, dal Panettone a colazione, al significato di questi giorni di festa.
Ed eccole qui, riflessioni alla rinfusa, da una Melbourne che oggi è tropicale, con tanto di temporale previsto in serata!
Natale al caldo
Non mi sono abituata al Natale quaggiù, è una di quelle cose stonate che, nonostante gli anni di pratica, non riesco a far diventare armoniose. Ma quest’anno è diverso e mi sto godendo ogni attimo di questa attesa, di questo periodo di festa, di queste decorazioni fuori stagione.
Quest’anno siamo qui e ho deciso di farmene una ragione. Ho deciso che Natale può evolversi e cambiare, senza perdere il significato che ha per me. Passare tempo con le persone che amo, riflettere sull’anno passato, praticare gratitudine e generosità.
Dopo tutto in estate è più facile stare con gli amici, un picnic nel parco, un aperitivo in giardino, una passeggiata per smaltire il pranzo.
Abbiamo cominciato con il decorare la casa, Sofia ed io, perché siamo noi che amiamo buttarci nello spirito del Natale.
Dal bush un vecchio ramo di eucalipto è diventato il nostro albero, argento e rosso, ecologico e molto chic, con sotto il mio presepe comprato ad Assisi, per un tocco di tradizione!
Julia ha guidato per la prima volta fuoristrada alla ricerca del ramo perfetto, un ricordo da aggiungere alla mia lista di cosa rende speciale questo Natale.
Ora dobbiamo riempire la casa di amici, nulla di meglio che un aperitivo di Natale, alla vigilia. Un paio d’ore prima di cena con olive, patatine e Aperol Spritz, come in Italia ma con birra australiana, perché non può mancare.
Pur amando l’estate e il caldo, Natale rimane una festa per coccolarsi e giocare a tombola, possibilmente con la stufa accesa e la mamma che sforna delizie.
Ma quest’anno è diverso, Australia e Italia armonicamente unite per creare un Natale tutto nostro.
Panettone
La settimana scorsa ho comprato il primo panettone.
Sono passata dal fruttivendolo in cui lavora Sofia e le ho detto del mio acquisto.
Lei ovviamente era felice, come me ama questo periodo dell’anno e come me conosce ed apprezza il significato del panettone: le nostre colazioni si vestono a festa!
Adam, il ragazzo che lavora con lei, ha tirato su la testa dalle mele che stava sistemando: “Panettone! Delizioso inzuppato nel caffè latte a colazione!” Ha detto con entusiasmo.
Decisamente un gusto acquisito, non conosco australiani amanti della dolcezza molliccia del Panettone inzuppato, e l’entusiasmo di Adam mi ha colta di sorpresa!
Adam non parla italiano, non è mai stato in Italia ma i suoi nonni sono italiani e gli hanno passato l’amore per il Panettone inzuppato.
Scoprire questa connessione con un ragazzo di vent’anni, cresciuto dall’altra parte del mondo, mi ha confermato l’importanza delle tradizioni. Le tradizioni che uniscono ed arricchiscono le nostre vite, creando contatto tra un ragazzo australiano e un’emigrata nostalgica di mezza età, passando per il filo conduttore di una ragazza metà e metà 🙂
Natale in Italia
Negli anni scorsi siamo tornati in Italia per Natale, anche se questo voleva dire rinunciare ad un bel pezzo d’estate, ne è valsa la pena.
Come tutte le cose anche il Natale cambia e si evolve e mi rendo conto che i miei ricordi di bambina sono tinti di fantasia.
In questi anni il nostro Natale in famiglia si è evoluto. Abbiamo perso alcune persone care lungo il cammino, gli anni che passano vogliono dire anche questo, la loro mancanza si fa più forte in questo periodo dell’anno. Ma siamo diventati più accoglienti. Abbiamo aperto le nostre case e i nostri cuori, ci siamo trasformati in una vera famiglia allargata, in cui ognuno ha un suo posto e tutti sono importanti.
Dall’Australia abbiamo portato la tradizione del “bring a plate” in modo da non pensare troppo su chi ospita il pranzo (che poi si trasforma in cena!) e da sentirci tutti partecipi, così il banchetto si fa ricco e variato come il nostro gruppo famiglia.
Il primo anno eravamo esitanti, i cambiamenti fanno sempre un po’ paura, ma è stato un successone e da allora non ci ferma più nessuno.
Ci sono i canti e la musica, l’insalata di polpo e carciofi, la tombola e gli avanzi per la cena. I ragazzi annoiati con i loro telefoni, le chiacchiere intergenerazionali, si parla di tutto e di niente, mangiando una noce e un altro pezzo di panettone.
I miei ricordi dell’ultimo Natale…ma torniamo al presente…al caldo e al ventilatore che gira e alle focacce che ora andrò a impastare perché oggi a casa nostra festeggiamo Hanukkah!