Il presente in terra straniera
Luglio 14, 2016Lasciare andare – tra il dire e il fare…
Luglio 27, 2016Per me, ragazza di confine, dall’altra parte c’era sempre la Francia e in Francia c’era Nizza, la città magica, la grande città, il fascino della Promenade des Anglais, la città vecchia con le sue stradine, la stazione con il suo misto di culture e viaggiatori e, naturalmente, l’aeroporto, da cui ogni avventura poteva avere inizio.
A Nizza si poteva fuggire dal provincialismo della nostra cittadina di mare ed essere veramente liberi. A Nizza essere diversi era un pregio e le sue strade erano piene di personaggi interessanti, di ogni paese, di lingua e colore diverso, affascinanti ed esotici.
Appena presa la patente Nizza era la nostra meta preferita. In poco più di mezz’ora di macchina arrivavamo in un altro mondo. Ricordo le serate passate al bowling o alla pista di pattinaggio sul ghiaccio, i concerti allo stadio, la musica nelle strade, le patatine sul lungomare e i croissant freschi prima di tornare a casa, stanchi ma felici, alle prime luci dell’alba. In quegli anni pre Europa unita c’era ancora l’emozione di varcare la frontiera, mostrare la carta di identità ed eravamo in Francia, all’estero!
Da Nizza ho preso il mio primo aereo. Avevo 20 anni e fino ad allora l’aeroporto era come il paese dei balocchi, il luogo in cui tutti i miei desideri si sarebbero avverati. Quel dicembre del 1986 non potevo immaginare che l’aeroporto di Nizza sarebbe diventato il simbolo del ritorno a casa, della famiglia ad aspettare, degli abbracci, delle emozioni, delle lacrime e dei sorrisi.
Nizza e’ nel mio cuore. A volte, quando devo spiegare da dove vengo, dico che “il mio aeroporto” e’ quello di Nizza. Nizza e’ quasi casa. Nizza fa pensare alla Riviera, al sole, alla lunga spiaggia, e nello sguardo del mio interlocutore vedo un lampo di comprensione e di quasi invidia.
A Nizza ho comprato il mio primo zaino, il mio unico zaino, che da allora ha girato il mondo in lungo e in largo fino a diventare bagaglio di eccezione a tutti i campeggi scolastici delle mie figlie. Nel negozio in cui lavorava una mia cara amica, perché Nizza, per noi ragazzi di confine, rappresentava anche una possibilità di lavoro.
Alcuni anni fa ho passato un weekend a Nizza con la mia famiglia. Ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da 25 anni, un amico che credevo perso e che ho riabbracciato vicino a Place Massena. Abbiamo camminato insieme per le strade affollate, ricordando i vecchi tempi e creando nuovi ricordi. C’era musica ovunque e pizza sulla spiaggia. Ero felice di poter condividere Nizza con le mie ragazze, con Nigel, perché Nizza e’ un luogo importante. Nizza e’ nel mio cuore.
Atterrare a Nizza e’ emozionante. Si vede la costa, le barche, le casine che diventano più grandi e l’aereo si gira e comincia a scendere. L’aeroporto e’ piccolo ed accogliente e non bisogna mai aspettare troppo per i bagagli, mai andare troppo lontano per mettersi in macchina e partire verso casa. I primi anni a volte mio papa’ sbagliava strada, forse in preda all’emozione e semplicemente per sbattezza, e finivamo sulla Promenade des Anglais. Nonostante la strada fosse più lunga, questo inaspettato cambio di programmi mi riempiva di gioia, perché potevo attraversare Nizza, in tutto il suo splendore.
Nizza e’ nel mio cuore e oggi voglio ricordare tutti i momenti passati per le sue strade, tutte le emozioni vissute, perché a Nizza ho scoperto il mio desiderio di viaggiare, conoscere gente diversa, esplorare il mondo. Perché Nizza e’ stata la mia rampa di lancio e rimarrà sempre il mio punto di arrivo.
3 Comments
Grazie per aver condiviso questo pezzo del tuo cuore, Barbara. 🙂
In momenti come questo penso sia importante ricordare 🙂
Assolutamente. Anche se vedere NIzza in questi giorni deve essere una cosa tristissima. Per molta gente da ora in poi Nizza sara’ purtroppo una citta’ piena di amari ricordi.