“Ma io sto male, voglio uscire!”
Le dissi tra le lacrime.
E invece tornai a casa e passai il tempo che avevo per me stessa, al di fuori dei miei impegni quotidiani di mamma, moglie e insegnante, sul divano, sotto alla coperta, a piangere.
Quel lasciarmi andare, smettere di combattere e abbandonarmi alle forti emozioni che alimentavano le mie lacrime e il mio turbamento, fu catartico e dopo qualche giorno cominciai a vedere una luce (piccola e tremula 🙂 ) in mezzo alle nuvole nere.
Innanzi tutto avevo accettato che nella vita ci sono, e ci saranno, momenti di sofferenza.
Siamo esseri umani e come tali abbiamo la capacità di provare una varietà di sentimenti. Una vita ricca e vissuta avrà in se dolore e felicità, perdite e scoperte, malinconia e gioia.
Avevo dato il permesso a me stessa di abbandonarmi alla mia sofferenza, senza giudicare, senza dirmi “sono sciocchezze…ho tutto e non dovrei sentirmi così…con tutte le tragedie che ci sono al mondo io piango per questo…”
Mi ero concessa il tempo per capire da dove veniva questo “buio” e, imparando a riconoscerlo, diventando famigliare con le sue sfaccettature, aveva smesso di farmi paura.
Nel mio caso l’immagine delle nuvole nere e del buio che veniva a crearsi, in quel momento, rappresentava alla perfezione il mio disagio.
Trovo molto utile visualizzare il dolore, la crisi, il malessere e uso spesso queste visualizzazioni, sia con me stessa che con i miei clienti.
Visualizzare mi aiuta a rendere il mio malessere reale, non più effimero e sfuggente, ma concreto e quasi tangibile e accettarlo diventa più facile.
In genere siamo noi che la creiamo.
Raccontandoci non solo ci alleggeriamo ma riusciamo a chiarire cosa sta succedendo dentro di noi, identifichiamo i blocchi e cominciamo a capire da dove vengono.
La sofferenza prende forma, diventa “buio“, “vortice“, “vuoto” a seconda di dove ci troviamo in quel momento.
Siamo bravissimi a portare avanti i nostri mille incarichi giornalieri, senza fermarci mai, dando il meglio di noi agli altri, evitando di ascoltare i nostri bisogni nel caso dovessero interferire con i nostri impegni.
Fermarci ed accettare non ci viene né facile né naturale, non siamo programmati per cliccare sullo STOP 🙂
La cosa più semplice è ignorare e tirare avanti.
Ma a volte il buio ha il sopravvento e ci troviamo a toccare il fondo, a non avere più l’energia necessaria per ignorare e tirare avanti.
A questo punto possiamo scegliere, possiamo prendere controllo della situazione e lasciare che la crisi diventi opportunità.
Accettare il buio non è una passeggiata. È un percorso lungo e doloroso, con qualche passo avanti e tanti indietro, e non voglio minimizzare in nessun modo l’impegno necessario per fare questa scelta.
Riconoscere l’importanza del buio per me rimane un’inestimabile opportunità di crescita, di cambiamento, di presa di controllo e ne vale sempre ed invariabilmente la pena.
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2 Comments
Condivido. Preferiamo buttarci a capofitto a fare mille cose pur di non affrontare certe situazioni invece basta solo restare lì.
Un abbraccio
Ale
Grazie per la visita e il commento, Ale. La vita ci offre mille opportunità di fuga, una tentazione costante di attività, ma fermarsi vale sicuramente la pena, anche se non è sempre facile 🙂