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Il sottile disagio delle stagioni sottosopra

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Ero arrivata a Melbourne da poco quando un simpatico signore scozzese mi disse: Sono qui da più di trent’anni e faccio ancora fatica ad accettare le stagioni al contrario.

In realtà anch’io, nuova immigrata ancora un po’ sperduta, mi sentivo molto confusa.

Inverno in agosto? Natale in estate?

È una questione di abitudine, mi dissi, e accantonai il leggero fastidio che provavo, sicura che si trattasse di un disagio passeggero, un’altra delle stranezze australi che avrei piano piano assorbito e rese mie.

Al mare a gennaio

Al mare a gennaio

Sono passati più di vent’anni e ho appena affrontato l’ennesima estate di nome ma non di fatto, l’ennesimo agosto che sa di caldo ma è freddo e grigio, l’ennesima conferma che alle stagioni sottosopra non mi abituerò mai.

Perché nelle parole luglio e agosto io sento la calura estiva, le giornate pigre in riva al mare, le vacanze, i gelati e l’anguria fresca sul lungomare, le grigliate sulla terrazza. Eppure sono arrivata ad un punto nella mia vita in cui ho passato quasi più mesi di luglio e agosto in inverno che in estate, com’è possibile che l’idea mi sia ancora cosi aliena? Com’è possibile che, uscendo con sciarpa e piumino, mi venga da chiedermi: ma quando arriva marzo? Quando arriva la primavera? Ma no, per la primavera dobbiamo aspettare settembre, che ha un odore di funghi e castagne ma qui invece profuma di narcisi e gelsomini.

Pensare alle stagioni sottosopra ancora oggi mi crea confusione e, diciamocelo chiaro, anche un po’ di fastidio.

Non aiuta il fatto che, con la fine di giugno, la mia pagina Facebook cominci a riempirsi di foto di spiagge e calette, corpi abbronzati, prati verdi e pranzi all’aperto e che le chiacchiere su Skype comincino tutte con: “Fa freddo li?” come se il mio volto pallido e il dolcevita di lana non bastassero a dare il messaggio forte e chiaro!

Mi vendico però a novembre, un mese insipido, uggioso, senza speranza ma che da questa parte del mondo si risveglia e riempie dei colori della primavera.

Al mare in agosto

Al mare in agostomondo invece porta un assaggio di cose a venire, la rinascita, l’estate alle porte, le rose in fiore, le giornate che si allungano! Dovrebbe chiamarsi “maggio”, perché davvero il nome “novembre” a questo mese cosi allegro e colorato, non sta bene per niente!

E poi che dire di Natale nel mezzo dell’estate? Lo so che l’idea, da una lontana città avvolta nella nebbia, può  apparire appetibile ma, credetemi, non lo è.

Perché Natale è per stare a casa a giocare a tombola e mangiare i tortellini in brodo. Dicembre sa di freddo e poche ore di luce e per questo abbiamo bisogno delle feste per illuminarlo. Ma quaggiù il sapore di dicembre cambia, non ci sono le caldarroste che profumano e scaldano le mani, ma uno slurpee* ghiacciato che ci rinfresca e disseta, sarebbe perfetto a luglio ma a dicembre… che dire… stona!

Non sono l’unica a soffrire di nostalgia per un bianco Natale ed è per questo che gli australiani hanno creato “Christmas in July“, in modo che tutti gli immigrati nostalgici possano far finta che nel freddo luglio ci sia un lume di speranza. Ma con me non funziona e non sono riusciti ad abbindolarmi con questa storia del “Christmas in July“, preferisco crogiolarmi nel mio scontento e abbandonarmi ai ricordi di estati che furono quando luglio era un vero luglio e non aveva bisogno di sotterfugi per essere speciale!

Cosa vuol dire tutto questo? Com’è possibile che dopo una vita vissuta con le stagioni sottosopra mi ritrovi tuttora a provare questo sottile disagio? Forse sono quei ricordi d’infanzia, quelle tracce indelebili lasciate nella mia mente e nel mio cuore, tanto profondi quanto ormai lontani, che riemergono con il suono dei mesi e delle stagioni. Perché ci sono tanti ricordi in una parola e, nonostante gli anni, “agosto” rimane sempre molto più caldo di “febbraio”!

 

*una specie di granita che si compra nei negozi 7/11, spesso situati nelle stazioni di servizio (romanticissimo, lo so!).

2 Comments

  1. Angela ha detto:

    Barbara condivido tutto quello che hai scritto e non vivo in Australia e lo sai bene. Mi conosco troppo bene e penso che sarei stata depressa a vita se solo fossi venuta a vivere lì. Hai tutta la mia ammirazione amica mia. Un abbraccio da una giornata di agosto canadese freddina e uggiosa come quella di oggi.

  2. BarbaraA. ha detto:

    Ma no, cara Angela, sono sicura invece che avresti trovato tutta la forza che hai dimostrato di avere e ti saresti buttata nella nuova avventura delle stagioni sottosopra!

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