Burocrazia australiana
Giugno 12, 2015
Una meravigliosa domenica a Melbourne
Luglio 29, 2015
Show all

Non voglio favori, grazie!

Sharing is caring!

IMG_2168L’ultima volta che sono andata al consolato italiano a Melbourne ho descritto la mia esperienza in inglese. Questa volta sento il bisogno di sfogarmi nella lingua madre perché so’ che solo in italiano potrò esprimere la mia frustrazione e solo gli italiani potranno comprenderla.

Questo e’ un post di sfogo, anche se vorrei poter fare una denuncia ufficiale ad un sistema che tratta i cittadini senza nessun rispetto. Poi, come tutti gli italiani, mi rassegno e dico (e me ne vergogno): questo e’ il sistema e non si può fare nulla per cambiarlo.

E’ davvero impossibile cambiare le cose? L’Italia sta andando a rotoli ed e’ risaputo. Ma perché i cittadini accettano senza dire nulla? Poi ricevo una telefonata da un impiegato del consolato e mi rendo conto di essere completamente impotente di fronte ad un sistema che non riesco a comprendere. Provo timidamente a ribellarmi, ma non ottengo assolutamente niente. Finisco la telefonata amareggiata e furiosa e con la sensazione di aver parlato al classico muro. Le mie parole sono scivolate e cadute senza venire in nessun modo assimilate.

Impiegato: “Buongiorno! Telefono dal consolato per confermare il suo appuntamento di domani”

Barbara: “Grazie. L’appuntamento e’ per mia figlia, per un passaporto.”

Ottimo inizio direi. L’impiegato e’ gentile e anche spiritoso. Scambiamo qualche battuta e per finire mi dice: “Bene, ci vediamo domani alle 9.”

L’appuntamento, preso circa un anno fa (tale e’ la lista di attesa per fare un passaporto), era per le 11.30 e lo dico al gentile signore.

Impiegato: “Si, ma voglio farle un favore e glielo sposto alle 9 così fa più in fretta.”

Vuole farmi un favore non richiesto e lo ringrazio ma, visto che l’appuntamento era alle 11.30 e per noi andava bene così, ci siamo organizzate la giornata. Dico al signore che non importa, alle 11.30 per noi va benissimo.

Impiegato: “Ma sa, se viene alle 11.30 non uscirà prima delle 2.30, mentre venendo presto…”

Barbara: “Guardi, mia figlia si e’ già organizzata ed ha una colazione con un’amica…”

Perché sento il bisogno di dargli spiegazioni? Non voglio un favore, sono contenta con il mio orario, ho tempo da perdere…ma le mie difese stanno crollando e sento di dovermi giustificare.

Impiegato: “Allora un cappuccino e’ più importante di un passaporto?!”

Di fronte ad una simile dichiarazione sento un’esplosione di rabbia. Come si permette? Mantengo la calma e dico che non voglio cambiare l’appuntamento, che ho messo in conto di perdere la giornata al consolato e non mi importa se devo rimanere li tutto il giorno.

Impiegato: “Perché vuole fare la difficile! Venga alle 9.30!”

A questo punto mi sento sconfitta. Perdo la forza di spiegarmi, non voglio fare la difficile, pensavo di semplificare le cose dicendo che non mi importa aspettare…ma sono consapevole che spiegare non serve a niente.

Se voglio cambiare l’appuntamento il prossimo posto disponibile e’ il 15 dicembre 2016. Accetto “il favore” e sta mattina alle 9.30 varchiamo la soglia del consolato.

Davanti allo sportello ci sono circa dieci persone. Dall’ultima visita ricordo che chi ha l’appuntamento non deve mettersi in coda ma annunciarsi direttamente. Vedo un avviso sul muro che conferma la procedura. Avviso in italiano e inglese che non lascia ombra di dubbio. Vado allo sportello e dico che il mio appuntamento e’ alle 9.30. L’impiegato mi ride in faccia e mi dice di tornare in coda, che tutti hanno l’appuntamento, e chi sono io per passare davanti!

Un signore con il figlio che non si erano messi in coda perché avevano letto l’avviso ascoltano lo scambio e vengono a mettersi dietro di noi. Anche lui era venuto sei mesi fa per fare il suo passaporto e non aveva dovuto fare la coda. Entrambi leggiamo il foglio sul muro che evidentemente non ha nessuna importanza. Ridiamo!

Arriva il nostro turno. Abbasso lo sguardo sulla lista degli appuntamenti e vedo che il nostro e’ alle 11.30.

Barbara: “Scusi, a che ora e’ l’appuntamento?”

Impiegato: “E’ alle 11.30, e’ in anticipo, visto che sono solo le 9.30, dovrà aspettare un po’…”

Ovviamente non gli do il tempo di continuare. Respiro profondamente perché mi sono ripromessa di stare calma, anche se sento che le mie risorse si stanno esaurendo.

Barbara: “Ho ricevuto una telefonata ieri dicendo che dovevo venire prima. Ho cercato di lasciare l’appuntamento alle 11.30 ma non mi e’ stato possibile.”

Ovviamente non ho preso il nome dell’impiegato, ma saprei riconoscerlo perché e’ lo stesso che ha fatto il mio passaporto qualche mese fa.

Impiegato: “Un attimo, vado a chiedere!”

Torna dicendo che “ha trovato il colpevole” e Julia potrà entrare in pochi minuti.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se non avessi detto nulla. Ovviamente il tipo di ieri ha cambiato l’appuntamento senza dirlo a nessuno e nei documenti ufficiali e’ rimasto alla stessa ora.

Una coppia aspetta di essere chiamata. Cominciamo a parlare e anche a loro e’ successa la stessa cosa, il loro appuntamento e’ stato cambiato all’ultimo momento. Ma, al contrario di me, non hanno controllato che fosse stato cambiato sul foglio ufficiale e ora aspettano. Quando racconto la mia esperienza la signora va allo sportello a cercare di accelerare le cose. Ma forse per loro e’ troppo tardi, hanno perso il posto nel sistema non sistema e tocca aspettare.

Ora mi chiedo, perché invece di metterlo sotto forma di “favore” l’impiegato non mi ha semplicemente detto: “Scusi, le sarebbe possibile cambiare il suo appuntamento alle 9” offrendo un qualsiasi motivo personale o professionale. Non sarei stata difficile e avrei di buon grado accettato il nuovo orario, cambiando i miei piani. Ma e’ questo modo di porsi, di farti sentire “in dovere” verso un burocratico che ti offre qualcosa su un piatto d’oro, che tu non hai chiesto, che mi lascia amareggiata e delusa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

16 Comments

  1. Angela ha detto:

    Che esperienza frustrante, Barbara! Evidentemente qualcuno aveva cancellato l’appuntamento all’inizio della mattinata e cosi’ hanno chiamato te, per “tappare un buco”. Ma infatti, avrebbero potuto dire come stavano le cose. Non fare quelle uscite insensate del cappuccino piu’ importante del passaporto. Eri tu che stavi facendo un favore all’altro. Non il contrario. E “classico” che poi nessuno sia stato informato al consolato. Che senso ha dare gli appuntamenti se poi devi fare la fila? Che disorganizzazione. Mi spiace per il nervoso che ti sei fatta!

  2. Cristina ha detto:

    ahhhhh I consolati! Sono la peggior specie purtroppo!
    Qui a Barcellona io non posso accedere al mio consolato perché c’è troppa gente quindi non accettano più nessuno, nemmeno con appuntamento. Bisogna fare tutto per posta/fedex, sperare che realmente lo ricevano e aspettare che qualcuno ad un certo punto ti contatti..
    Diciamo che solo per l’iscrizione all’AIRE ci avevo messo 2 anni.. Non voglio nemmeno pensare a quando io debba rinnovare il passaporto..

    Che tristezza!!

    • BarbaraA. ha detto:

      Mi chiedevo proprio se in tutti consolati italiani fosse così. E nei consolati degli altri paesi? Mi consolo pensando che una volta fatto il passaporto di Sofia non dovremo più metterci piede per 10 anni 😉

      • Angela ha detto:

        Io non penso proprio che faro’ il passaporto italiano a Giulia. Le abbiamo fatto quello olandese. Telefonato, preso appuntamento dopo una settimana. Ci hanno mandato la lista delle cose che servivano. Siamo andati all’ora prestabilita, dopo una ventina di minuti siamo usciti. Hanno mandato il passaporto per posta dopo neanche 3 settimane. Facile e indolore! 😉 Va beh, a parte la spesa diciamo!!! 🙂

        • BarbaraA. ha detto:

          Ma la spesa c’e’ anche per quello italiano, cara Angela! E’ interessante sapere come funzionano altri consolati. Ma poi, d’altronde, e’ interessante vedere come funzionano altri paesi 🙁

      • Bulut ha detto:

        Io vivo in Turchia e finora non ho avuto alcuna esperienza simile a quella che raccontate… sara’ che ci sono pochi italiani? Sara’ che gli italiani hanno la precedenza su tutti gli altri che fanno invece principalmente richieste di visti? Per rinnovare i passaporti ci ho impiegato una settimana, ed era sotto Natale. Per altre richieste, hanno sempre risposto tempestivamente. Quanti italiani ci sono in Australia?

        • BarbaraA. ha detto:

          Grazie per la tua testimonianza, Bulut. E’ bello sapere che in qualche angolo di mondo le cose funzionano c0me si deve. Non so dirti quanti italiani ci siano di preciso, a Melbourne ce ne sono moltissimi e il numero e in continua crescita.

  3. Angela ha detto:

    Assurdo Barbara quello che ti e’ capitato con il consolato. Ma davvero non mi meraviglio piu’ di niente. Io ormai penso di non rinnovarlo nemmeno piu’ il passaporto Italiano, proprio per evitare tutto il mal di pancia che ti fanno venire. Un abbraccio cara!

    • BarbaraA. ha detto:

      Cara Angela, non hai tutti i torti a non rinnovarlo, infatti ho aspettato 7 anni prima di farlo! Ma allo stesso tempo mi scoccia pensare che e’ un servizio a cui abbiamo diritto e non dovrebbe farci venire il mal di pancia 😉

  4. ero Lucy ha detto:

    Qui non ho avuto esperienze simili, nessuna delle italiane in America direi. Questa prassi mette rabbia. Un anno per un appuntamento?? Ma come è possibile? Peron parlare del resto!!

  5. Gilda Serafini ha detto:

    Non so se essere più perplessa dal comportamento dell’impiegato o dal fatto che ci vuole un anno per fare un passaporto!!!

    • BarbaraA. ha detto:

      E la cosa più strana e’ che il passaporto si fa in meno di mezz’ora, mentre per quello australiano ci vogliono almeno un paio di settimane e pagine e pagine da compilare!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza i cookie. Continuando a navigare sul sito, accetti l'utilizzo dei cookie Maggiori informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close